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al testo di Fabrizio Giulietti
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Parole alla radice nulla si rilascia scegliere l’acqua che leviga la pietra il pensile giardino e tu dove non so.
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Fabrizio Giulietti
- 27/08/2021 12:40:00
[ leggi altri commenti di Fabrizio Giulietti » ]
ti adoro... grazie...
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Annalisa Scialpi
- 26/08/2021 19:17:00
[ leggi altri commenti di Annalisa Scialpi » ]
..."e tu/ dove non so"
Già... Non sapere (non è questa la vertigine altrimenti detta amore... ma ssst... forse è meglio, come dici, non sapere...)
Un dolce, piovoso, saluto...
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Fabrizio Giulietti
- 29/01/2020 12:47:00
[ leggi altri commenti di Fabrizio Giulietti » ]
Grazie di cuore, Elisabetta, per laccurata analisi e il gratificante apprezzamento.
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Elisabetta Sancino
- 28/01/2020 16:34:00
[ leggi altri commenti di Elisabetta Sancino » ]
Ho letto per la prima volta oggi alcuni dei tuoi testi, quasi tutti molto concentrati e spesso elusivi, enigmatici. Questo mi ha colpito in modo particolare. Lacqua che leviga, rende ogni cosa (naturale e umana) essenziale, pura, autentica è un po come la parola, a patto che sia talmente cristallina da tornare radice, una volta tolto il fiore e il frutto. Una parola nuda che in sé racchiude tutto. Bravo!
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Fabrizio Giulietti
- 11/01/2020 18:20:00
[ leggi altri commenti di Fabrizio Giulietti » ]
Laura, mi riempi di gioia. Grazie.
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Laura Turra
- 11/01/2020 16:06:00
[ leggi altri commenti di Laura Turra » ]
È piaciuta molto a che a me, Fabrizio. Ben ritrovato!
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Fabrizio Giulietti
- 11/01/2020 14:49:00
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Rosa Maria, Darlene e Isabelle, grazie per lettura, commenti e apprezzamenti.
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Darlene
- 11/01/2020 14:21:00
[ leggi altri commenti di Darlene » ]
Poesia breve e concentratissima, formata da due scabri distici, un verso di raccordo di tre parole e un lapidario distico finale. Mi soffermo prima di tutto sul titolo. Qualcosa di talmente piccolo, quasi invisibile, che ferisce allo sfioramento. Già direi che è emblematico. Fai tanti scatti, in ogni sezione della poesia. Ognuno ha una sua importanza. I primi due versi mi danno l’idea che quelle parole alla radice non fossero una base salda. L’acqua che leviga la pietra può essere un atteggiamento, ma anche una persona. Sì, voglio vederla come una persona che abbia smussato la tua pietra interiore. Quella base di cui parlammo nei primi versi. Quindi cosa succede? Un giardino sospeso. E questo "tu" indefinito, del quale ogni riferimento resta taciuto e che vaga sospeso anchesso. Ma presente, mi pare di cogliere. Qui siamo proprio all’estremo dellermetismo e la magia è lo spazio (inesistente) in cui divagare.
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Rosa Maria Cantatore
- 11/01/2020 12:15:00
[ leggi altri commenti di Rosa Maria Cantatore » ]
come in una porcellana giapponese. Come un attimo fermo, fissato in aeternum.
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